Il Coltello Nell’Acqua – Roman Polanski [1962]
Acqua, sabbia e tappeti
Marito e moglie, diretti verso il lago per una giornata sulla loro barca a vela, caricano un indomito autostoppista che scombussolerà gli equilibri tra i personaggi.
Primo di una straordinaria serie di lungometraggi del regista polacco Roman Polanski, rimase anche l’unico film girato nella natia Polonia fino al 2002, quando tornò con idee nuove [ma soprattutto con un altro quantitativo di fondi] per dirigere Il Pianista. La Gran Bretagna lo adotterà sin dal 1965 quando girò Repulsion con un meravigliosa Catherine Deneuve, ma lui è alla Francia che ha sempre guardato.
Il Coltello Nell’Acqua invece, opera prima non ancora contaminata da quelle influenze francofone e anglofone, emana un fascino tutto suo, visivamente slegato, per esempio, da quella nouvelle vague che tornerà così preponderante nella sua opera successiva. Con il cinema della modernità, rappresentato al meglio dall’esempio francese [ma anche da italiani come Antonioni] ha però altro da condividere, come l’assenza di un punto focale della narrazione, il carattere provocatorio e irriverente dei personaggi e l’onnipresente musica jazz.
Visivamente il film palesa alcuni limiti tecnici ma al contempo esalta senza mezzi termini l’occhio fotografico del giovane Polanski, abilissimo creatore d’immagini minimamente statiche ma dal fascino estremo. Geometrie nitide come nelle più o meno coeve piscine dipinte da David Hockney, e prospettive e proporzioni che ricordano l’Alfred Hitchcock di Notorious fanno de Il Coltello Nell’Acqua un’opera apprezzabile in tutta la sua superfice.
Per quanto riguarda la narrazione ben poco affiora dalla semplicissima trama. È tutto ciò che sta dietro agli sguardi dei protagonisti, ai loro piccoli gesti, manifestazioni continue di supremazia sul prossimo, come selvaggi capobranco costretti nel minuscolo spazio di una barca a vela in presenza dell’elemento femminile che gioca, come prevedibile, un ruolo fondamentale in questa stupida parata dell’apparenza.
Polanski non affonda il coltello nella carne di nessuno spettatore, non incide con segni indelebili la pelle di chi sta guardando il film, eppure un coinvolgimento filmico non è eludibile.
Il Coltello Nell’Acqua è un’opera un po’ acerba, che manca di una forza espressiva così completa come saranno altre opere future del medesimo regista, eppure ha un suo fascino dal quale è difficile rimanere indifferenti.
Danilo Cardone