Tower Block – James Nunn e Ronnie Thompson [2012]
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Shock the monkeys
Un gruppo di persone si ritrova isolato all’ultimo piano di una palazzina altrettanto isolata dal resto della città, mentre un misterioso cecchino non offre loro alcuna via d’uscita.
Il nuovo thriller britannico passa di qua.
Il claustrofobico lavoro svolto dai due esordienti registi è ottimo e ci catapulta direttamente nel mezzo del palazzo/prigione all’interno del quale si svolgono le vicende. Noi, spettatori, siamo vulnerabili come i protagonisti in scena. Noi, come loro, non possiamo avvicinarci alle finestre, non possiamo uscire allo scoperto o verremo uccisi.
Il ritmo è straordinariamente serrato e anche se la storia non è nuovissima e alcuni cliché del genere saltano fuori, l’opera è meravigliosamente avvincente. Il cinema è qui puro intrattenimento realizzato con questo intento. Tutti sappiamo che più o meno tutti i reclusi moriranno uno ad uno, perché è così che vanno questi film, eppure vogliamo scoprire come e perché.
I colpi di scena giungono repentini, fulminei, a dare un senso di imprevedibilità e fragilità non da poco. Purtroppo non è indagato alcun aspetto psicologico, anzi, molta ironia è presente nella sceneggiatura eppure questo più che un difetto pare un pregio, essendo questa commistione ben dosata e dunque, nuovamente, caratteristica prima del puro intrattenimento filmico.
Anche il linguaggio è consono all’ambiente delle case popolari, l’inglese è stretto, quasi uno slang, e questo agevola una immedesimazione nella situazione.
Molto interessante risulta notare il senso totale del film che non porta ad altro che a una feroce e cruenta condanna all’omertà, al silenzio di chi sa, di chi potrebbe salvare la vita di altre persone con le proprie parole ma per varie ragioni si rifiuta di farlo. È come se i registi ci ammonissero a non scegliere l’ipocrisia dell’omertà, pena il diventare una pecora nel gregge, uguale a tutte le altre, che acquista forza solamente nel numero. Se, secondo i registi, è così che vivi, sei colpevole ogni giorno di un omicidio, quello della coscienza umana. È come se a impugnare il fucile fosse direttamente Friedrich Nietzsche.
Di fondamentale importanza è segnalare le buone prove attoriali, in particolar modo di Jack O’Connell, strepitoso nella sua violenta strafottenza.
Tower Block non è innovativo nella tecnica né nella storia, eppure è un film perfettamente riuscito nei suoi intenti, un film che entusiasma il pubblico in sala al 30° Torino Film Festival.
Danilo Cardone
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