1921, Il Mistero di Rookford – Nick Murphy [2011]
Il quinto senso e mezzo
Una giovane scettica scrittrice che dedica la sua vita a smascherare ciarlatani che inscenano apparizioni di fantasmi, rimane intrappolata in un groviglio di situazioni ben più complicato di quanto possa inizialmente apparire.
Nick Murphy, alla prima prova alla direzione di un lungometraggio dopo una gavetta nelle serie tv, dimostra di avere buone capacità, così come palesa tutti i suoi limiti.
La buona fotografia calamita l’attenzione dello spettatore così come una storia che per gli amanti del genere misterico thriller-horror è il pane quotidiano. Il problema risiede proprio qui: la buona fotografia non può offuscare la riproposizione di molti stilemi classici del genere nella contemporaneità. I colpi di scena sono ben architettati ma, data la conoscenza di svariati precedenti da parte dello spettatore, risultano molto poco efficaci e straordinariamente prevedibili. Il finale sul sentimentalista andante non è completamente disprezzabile e sfiora i modi ben più poetici usati da Lukas Moodysson nel suo Lilja 4-ever. Certo è che se già al regista svedese venne contestata la retoricità di quel finale, in questo caso quel sentimentalismo che può trovare più facilmente consensi tra le spettatrici che tra gli spettatori, risulta ancor più amplificato.
Alcuni buoni spunti registici sono presenti e anche se paiono come puri esercizi di stile allietano la visione del film. La colonna sonora non è utilizzata truffaldinamente per colpire lo spettatore tranne che in un paio di casi, e questo gioca a favore di un film che più che allo spavento immediato punta su un climax crescente di tensione che fatica un po’ ad arrivare.
La retorica, nuovamente, prende il sopravvento; il senso di già visto toglie suspense alle scene e alcune forzature narrative perplimono la logicità degli spettatori più attenti. Le atmosfere sono comunque buone, ben ricreate, il che agevola un’immedesimazione, se non nella protagonista, perlomeno nell’epoca.
Purtroppo la scrittrice non è interpretata al meglio da una Rebecca Hall bravina in alcuni punti ma totalmente fuori luogo in molti altri, mentre è [la solita] Imelda Staunton a emergere tra le prove attoriali regalandoci un personaggio fortemente caratterizzato anche in una psicologia non così profondamente indagata.
1921, Il Mistero Di Rookford è un film d’intrattenimento che non deluderà gli appassionati di questo genere di film, vista la lunga lista già presente sul mercato. Difficilmente però appassionerà qualcun altro e ancor più improbabilmente verrà ricordato a distanza di anni nella storia del cinema.
Danilo Cardone