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I Vivi E I Morti – Roger Corman [1960]

14 settembre 2012

Cul de sac

I Vivi E I Morti

Primo film di Corman tratto da un racconto di Edgar Allan Poe, I Vivi E I Morti narra le folli vicende dei folli padroni di Casa Usher.

Dopo la versione cinematografica fornitaci nel ’28 da un altro grande regista come Jean Epstein, il buon Corman mette la sua inventiva cinematografica al servizio di un progetto non particolarmente strutturato [vedasi low-cost] malgrado la formidabile interpretazione che ha saputo regalarci Vincent Price.

Malgrado ciò il regista crea scene di vera atmosfera tetra e inquietante [per l’epoca, non per noi oggi, ovviamente] nelle quali i personaggi si aggirano ricorsivamente, veramente schiacciati dal peso di una forza superiore e incontrollabile che annienta la logicità dei ragionamenti.

Messe a fuoco non convenzionali e dettagli che tornano e ritornano in sequenza come in labirinti inestricabili sottostanno a un utilizzo del colore profondamente espressionista, che non si limita a dare anima a personaggi che l’anima vorrebbero non averla, ma che li definisce, li connota a seconda di situazioni e umori, come nella realtà così nei sogni.

Il grande espressionismo tedesco dei vari Murnau e Wiene è da Corman rievocato tramite colori e pennellate che trovano la loro chiave di lettura nei dipinti che adornano la casa maledetta.

In tutto ciò Poe non è assente e il suo amore per situazioni tetre e cadaveriche è abbastanza ben restituito, eppure la narrazione subisce fondamentali cambiamenti per assecondare uno spettatore che nell’orrore vuole prendere le parti dei giusti all’interno di una storia d’amore impossibile. Così facendo si seguono le vicende con un altro occhio, dove le forze soprannaturali e gli avvenimenti inspiegabili diventano [quasi] sola follia d’un pazzo e non propriamente d’un luogo.

I Vivi E I Morti

I Vivi E I Morti con la sua breve durata si fa seguire per i motivi sopra elencati e per la buona colonna sonora, eppure, bisogna rilevarlo, avesse avuto una ventina di minuti in meno avremmo potuto apprezzarne maggiormente la forza espressiva.

6,5

Danilo Cardone

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