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Il Posto Delle Fragole – Ingmar Bergman [1957]

10 luglio 2012

Strawberry fields forever

Il Posto Delle Fragole

Le fragole rappresentano la primavera, il momento di massima fioritura del processo naturale, insomma, la giovinezza dell’uomo.

Il vecchio dottor Isak Borg è alla fine dei suoi giorni. Ha settantotto anni e vive in profonda solitudine. La domestica che lo accompagna nel quotidiano da oltre trent’anni non va oltre la figura di domestica, il figlio Evald è troppo impegnato nei suoi affari e la moglie del figlio, Marianne, lo odia.

La vita del dottor Borg è al tramonto e questo lui lo sa. Il premio per i cinquant’anni di attività come massimo esponente della scienza da lui praticata ha un sapore di congedo, di ringraziamento e al contempo di estrema unzione. Cinquant’anni di lavoro sono tanti, e non possono essercene ancora molti.

Così la mattina prima della cerimonia decide improvvisamente di partire in automobile. Non un freddo aereo che annulla l’emozione del viaggio, ma un lungo, lento e imprevedibile viaggio in automobile.

È così che inizia Il Posto Delle Fragole, capolavoro bergmaniano del cinema anni ’50.

Film uscito lo stesso anno del celeberrimo Il Settimo Sigillo, condivide con quel capolavoro le questioni irrisolvibili sul senso della vita e sull’ineluttabile incombenza della morte. L’ossessione, lo schiacciamento morale derivante dalla consapevolezza della fine imminente è in entrambi i film onnipresente, ma in questo caso il protagonista accetta ogni cosa. Con lo stupore di un bambino affronta ciò che gli si pone davanti e con la rassegnazione del saggio, ovvero un’accettazione, vive scevro da spiacevoli pensieri.

Il Posto Delle Fragole

Eppure è proprio questo freddo distacco dalla vita che lo condanna. È quel suo ragionar di scienza e non sull’uomo, nemmeno su di sé, che lo erge su una colonna nemmeno fosse una rispettabilissima statua che simboleggia costanza e capacità, ma che è stata cesellata in un freddo marmo che all’amore ricevuto mai contraccambierà.

Prendere coscienza di questo distacco incolmabile con gli affetti è la novità per lui, uomo di rispettabilissima cultura.

È un sorriso sincero quello che segue lo stupore sul viso del dottor Borg. Sono lacrime sincere quelle che rigano il viso del signor Borg.

Il sereno viaggio intrapreso è soltanto un pretesto per riguardare al proprio passato, per ripensare ai propri errori, per sanare quelle ferite che per decenni sono rimaste aperte nell’animo del protagonista, troppo orgoglioso e austero per poterle sanare a tempo debito.

Il viaggio assume così la forma di itinerante sfogliare un vecchio album di fotografie sbiadite ma non ancora cancellate e che, anzi, proprio a causa di quel deterioramento estetico mettono in risalto dettagli mai considerati prima d’ora. E così il dottor Borg viaggia fisicamente verso la sua impettita cerimonia e viaggia al contempo dentro di sé tramite visioni che non sono altro che flashback di momenti passati con i propri cari. Bergman si esalta in questa commistione micidiale di realtà e immaginazione, di presente e passato arrivando a fondere totalmente i tempi e i luoghi per fondere e confondere senza mezzi termini l’accondiscendente protagonista.

Il Posto Delle Fragole

Così il viaggio sereno e pacato si trasforma in tempestoso affiorare di ricordi e reminiscenze che emergono ad occhi aperti ma ancor più nei sogni. Gl’incubi del dottor Borg non sono altro che la manifestazione tangibile della propria prorompente coscienza per troppi anni rilegata ad appendice dell’uomo-scienziato e che deve riconquistare lo scienziato-uomo prima che sia troppo tardi.

Il viaggio del dottor Borg è dunque un viaggio dantesco, una discesa in quell’inferno che è il proprio passato, accompagnato dalla nuora Marianne che fa le veci del razionale Virgilio che sogna l’amor divino del quale non può godere, mentre Sara, la sua prima fidanzata nonché omonima prorompente autostoppista è la sua Beatrice, donna tanto pura e gioiosa quanto inarrivabile al quale sarà affidato il compito d’accomiatare il protagonista prima della magistrale ultima scena.

Il Posto Delle Fragole è un film irto di simbolismi, una vera e propria primavera dell’allegoria che tramite la lucidità e la serenità che contraddistinguono il fluire del film godono della piena luce interpretativa. Persino gli oscuri simbolismi degl’incubi appaiono semplici e facilmente leggibili.

Bergman tocca qui uno dei suoi apici registici malgrado non ci si trovi in presenza degli sperimentalismi estremi dei successivi Persona o Sussurri E Grida. La delicatezza, la dolcezza e l’onesta contraddistinguono questo film sotto tutti i punti di vista, ed è impossibile non seguire con pacata partecipazione le vicende del malinconico dottor Borg.

Il Posto Delle Fragole

Detto ciò, non si pensi non si veda la mano del regista, anzi! Pare addirittura offensivo cercare di sviscerare in poche righe la maestria estrema sfoggiata qui, come altrove, dal cineasta svedese. Sarà sufficiente, dunque, evidenziare come gl’incubi del protagonista, soprattutto il primo, abbiano un potenziale evocativo strepitoso, degno del miglior Buñuel surrealista. Non c’è l’impossibilità d’interpretazione che contraddistingue soprattutto la prima fase della produzione del regista spagnolo, eppure quegli orologi privi di lancette e quella bara che giunge trasportata da un carro trainato da cavalli in una strada perfettamente deserta, non può lasciare indifferenti.

Indifferenza che con egoismo e incomprensione saranno i reati dei quali il protagonista del film verrà imputato quando tornerà momentaneamente a dare esami all’università, in un’aula che più che universitaria sembra giudiziaria.

Insomma, l’omaggio di Bergman al cinema di Victor Sjöström è perfettamente riuscito e, anzi, è ben proiettato nel futuro cinematografico. Qualche azzardo tecnico richiama quelli avanzati dal Sjöström regista che seppe girare film come Il Carretto Fantasma del ‘21 e Il Vento del ’28, mentre la morale che attanaglia il protagonista non può che essere un direttissimo discendente dei protagonisti del cinema di Sjöström.

Sjöström che de Il Posto Delle Fragole ne è il meraviglioso protagonista.

Accanto a lui, strepitose come sempre due tra le muse bergmaniane: Ingrid Thulin e Bibi Andersson.

Il Posto Delle Fragole

Il Posto Delle Fragole è un film che scorre senza intralci o strambi intrecci narrativi e che anche per questa ragione risulta d’una semplicità disarmante. La semplicità della complessità della vita.

10

Danilo Cardone

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