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Nowhere Boy – Sam Taylor-Wood [2009]

2 luglio 2012

Tutto su sua madre

Nowhere Boy

Ok, scopriamo subito le carte: è un film biografico su John Lennon.

Ora analizziamole meglio: è un film basato sul racconto della sorellastra di John, Julia Baird, ulteriormente romanzato in più [troppi] punti dalla regista Sam Taylor-Wood, in merito all’adolescenza a dir poco travagliata del futuro Beatles. C’è persino l’incontro con un certo giovanissimo Paul che aveva una vaga idea di come impugnare una chitarra…

Nessuno mette in dubbio la veridicità della maggior parte dei fatti narrati, certo è che la visione fornita dalla esordiente regista ha la straordinaria capacità di edulcorare qualsiasi scena, anche la più drammatica. Il che non sarebbe necessariamente un male se succedesse una volta ogni tanto. E invece succede in continuazione perché il film è un film drammatico.

L’eccezionale intuizione di raccontare uno dei fondatori dei Beatles prima che diventasse tale è davvero degna d’interesse, peccato che guardando il film non ci si ricordi quasi di trovarsi di fronte al futuro “John Lennon”. E’ un bene esulare dalla notorietà e dunque dall’aspettativa dello spettatore ma, è inutile negarlo, tutti sanno chi sia John Lennon e cosa ha fatto. La meravigliosa opportunità di delineare un giovane John per i suoi tormenti, le sue ansie e le sue capacità avrebbe davvero potuto essere la chiave per un gran film.

Ahinoi invece ci si mettono sempre dei siparietti da commediucola ornati da una sceneggiatura a tratti [quelli drammatici] davvero imbarazzante che affossano i vari momenti buoni del film.

Nowhere Boy

Il John Lennon ribelle, quello che gira per il porto cercando di emulare Elvis Presley, appare qua e là e non ci dispiace, ma è sempre il travagliatissimo rapporto John-zia-madre a dominare la scena con la sua superficialità che patina la storia vera di distacco, di osservazione e non partecipazione. Si vede la passione, non si prova compassione.

La fotografia non eccelle ma nemmeno spicca per la sua scabrosità, dunque in linea generale il film non infastidisce nemmeno a livello estetico. Probabilmente è il ritmo a penalizzare l’opera. Il ritmo che, nemmeno a dirlo, in un film dedicato a John Lennon dovrebbe essere principe della scena.

Pochissimi i colpi di scena e molte le lacrime che presto svaniscono e presto ricompaiono sugli occhi dei protagonisti. Pochissime le musiche di Lennon.

Persino il tema fatica a emergere nella commistione di elementi che la Taylor-Wood mette in scena pur di evitare i cliché delle varie biografie filmiche. È un bene, non c’è dubbio, però lo spettatore fino a che Lennon decide di comprarsi una chitarra non sa bene che cosa seguire e a che cosa appassionarsi di ciò che gli è stato proposto fino a quel momento.

Un plauso va alle due attrici protagoniste Kristin Scott Thomas e Anne-Marie Duff, rispettivamente interpretanti la zia di e la madre di John, mentre il protagonista Aaron Johnson [casualissimamente compagno della regista, nonché padre di due delle sue due figlie] vive tra alti e bassi per la durata del film. Generalmente non se la cava troppo male, ma non riesce mai a far combaciare due buone scene consecutivamente e nei [brevissimi] piani sequenza proposti mostra tutti i sui [enormi] limiti come attore.

Nowhere Boy

Nowhere Boy è un film che scorre per la sua durata senza appassionarci e senza respingerci. I fan dei Beatles troveranno spunti interessanti, altri guarderanno a questa storia come a una qualsiasi storia che sarebbe stato possibile mettere in scena, e altri ancora si domanderanno perché l’arte cinematografica si debba ridurre a ciò.

6

Danilo Cardone

One Comment leave one →
  1. slipperwoman permalink
    12 luglio 2012 18:22

    Reblogged this on POWER FLOWER.

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