Wrecked – Michael Greenspan [2010]
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Giovani marmotte crescono
Presentato in anteprima italiana alla 29a edizione del Torino Film Festival, Wrecked è un film che delude le attese.
Prodotto e interpretato dal pianista polanskiano Adrien Brody, il film narra le vicende di un uomo che improvvisamente si risveglia dolorante e sanguinante in un’auto completamente distrutta nel mezzo di un bosco solitario.
Unico protagonista: Adrien Brody.
E’ davvero lodevole come per tutti i 90 minuti della durata del film il one man show Brody sappia reggere la scena in solitaria in mezzo al nulla, in compagnia sporadica soltanto di un cane.
D’altronde la bravura dell’attore in questione non è discutibile ed è famosa da tempo. Purtroppo il suo progetto d’investire soldi in quest’idea non è altrettanto valida. L’intuizione di isolare un uomo in condizioni di sopravvivenza estreme ha infatti già toccato uno dei suoi apici con il discusso e sconvolgente Buried del 2010.
In Wrecked però il protagonista riesce a liberarsi dalla sua condizione di reclusione e, con la gamba rotta e tagli un po’ ovunque riesce a trascinarsi in giro per il bosco.
Tutto è lineare ma, soprattutto, prevedibile. Persino un bambino saprebbe anticipare le mosse e le difficoltà alle quali il protagonista va incontro, e ogni avvenimento è reso in maniera didascalica, assolutamente imperniato sull’espressività scarna del protagonista, lontano da un pathos vitale che garantirebbe la partecipazione dello spettatore.
Ma niente di tutto ciò. Non c’è suspense o thrilling degno di nota, e l’unica volta che tratteniamo il respiro, lo facciamo per sbadigliare. E non è un’espressione inventata perché più di una persona ha ceduto in breve tempo alle avances di Orfeo, malgrado siano sopraggiunte all’interno della sala cinematografica.
A livello tecnico molte scene sono girate con la macchina a mano e le soggettive, soprattutto nella prima parte, si sprecano. Numerosissimi sono anche i primi piani, atti a evidenziare la frantumazione corporea del canuto protagonista la quale se è esteticamente ripugnante ma coerente con la narrazione in un primo momento, non ci impiegherà troppo tempo per svanire lasciando il posto a una faccia più pulita e più linda a ogni minuto che passa, malgrado sarebbe dovuto avvenire l’esatto opposto.
Non esageratamente preciso il montaggio, mentre la sceneggiatura si risolve con un paio d’insulti e parolacce che il protagonista rivolge a nessuno in particolare.
Funzionali sono invece le inquadrature oblique che caratterizzano la prima parte del film, anche se non è niente di nuovo o d’innovativo.
Eppure nemmeno ciò basta e il tentativo di analisi psicologia come variazione sul tema della follia post-trauma fallisce miseramente essendo semplice sfondo d’una vicenda in molte parti assente.
Wrecked è stato girato in soli 20 giorni, ma sinceramente avremmo gradito maggiormente ce ne avessero impiegati tre volte tanto, almeno per rendere il film un po’ più frizzante, non scontato. Il fatto di avere una trama che potrebbe essere stata scritta da Edgar Allan Poe, non significa che siano stati in grado di renderla in maniera altrettanto esemplare.
Danilo Cardone
pensavo che la visione mattutina di Ai No Mukidashi
mi avrebbe stremata. E invece, i 237 minuti del film di Sion Solo non sono stati nulla, di fronte agli interminabili 91 minuti di Wrecked, che, se ridotto ad un cortometraggio di 13′ avrebbe potuto essere un capolavoro.
(ma che bello questo blog!)
Ahaha mi spiace davvero anche tu ti sia imbatutta in questo interminabile nulla cinematografico!
Hai visto qualcos’altro d’interessante?
Mi fa piacere il blog sia di tuo gradimento. D’altronde, il tuo commento aggrada me e non poco.
😉
Eh, a tutti i TFF si corre il rischio di imbattersi nella sola.
Ho visto 17 filles ma devo ancora capire se mi sia piaciuto o meno, Win Win con un grande Giamatti e ieri, dopo Le Vendeur (tristezza) ho visto “Attack The Block”: strepitoso! 😉
Oggi recupero A good old fashioned orgy e the dynamiter…
Wow! ottime scelte! sono tutti film che avrei voluto vedere che ho dovuto sacrificare in nome di altri titoli [a parte Le Vendeur].
Mi raccomando, fammi sapere come sono i due di oggi! I registi di The Good Old Fashioned Orgy mi hanno fatto piegare dalle risate sul red carpet!!
A good old fashioned orgy è delizioso. Ironico, sagace e scorretto quanto basta.
Ho il terrore di come possa venire tradotto il titolo nell’eventualità di una distribuzione italiana.
The dynamiter mi è piaciuto molto. Particolarmente bravo il protagonista.
Dannazione, spero di riuscire ad andarlo a vedere ! [in lingua]
Durante la conferenza stampa, che sono stato costretto a seguire, è stato svelato il finale, assieme a svariati altri dettagli. Ma grazie alla tua recensione, e ad altri pareri sentiti qua e là, ho capito che non mi sono guastato nulla. Uno in meno da vedere. D’altra parte mi sarei dovuto insospettire già quando il regista ha detto, durante la conferenza ,che ciò che importa non è cosa succede, ma il come…
@Francesco: ma il regista ha svelato il finale nel senso che ha detto qualcosa del tipo “non sapevo come far capire alla gente che è sempre meglio usare le cinture di sicurezza?”. Che, stringi stringi mi è sembrato l’unico messaggio che usciva dal film… 😉
come a dire, se la sceneggiatura fa schifo potete sempre salvare il film con estrapolandone chissà quali profondi significati sull’autodeterminazione, il credere il se’ stessi, ecc ecc
Dai, ha cercato di cavarsela con un po’ di qualunquismo! ahah
No, davvero, il come è lineare, nella norma per un film di basse pretese. Il regista ha imparato a divertirsi con la macchina da presa. Ora deve solo più capire come far divertire anche noi!
Fai bene, vai a vedere altro. 😉