Un Giorno Di Ordinaria Follia – Joel Schumacher [1993]
Per legittima difesa [della specie]
Un uomo si trova bloccato dentro la sua macchina in un ingorgo mentre sta tornando a casa. Quell’uomo, perde la pazienza…
Prendi un Michael Douglas in forma smagliante, mettigli addosso la camicia bianca e la cravatta dell’uomo medio americano, poi dagli anche un paio di occhialoni da vista e affiancagli un credibilissimo Robert Duvall.
Se hai fatto tutto ciò potresti essere Joel Schumacher, regista sopravvalutato nel circuito hollywoodiano, che nel ’93 ha diretto Un Giorno Di Ordinaria Follia, ovvero una delle più crude invettive contro il modello societario occidentale [nella fattispecie statunitense] che si possano trovare nel cinema contemporaneo.
Il personaggio interpretato da Michael Douglas si trova su un punto di non ritorno, come lui stesso ammette è come se fosse “sulla faccia oscura della Luna”. Eppure lui, l’uomo medio americano, non è un uomo cattivo. Uccide. Oh si, eccome se uccide, ma non è un uomo cattivo. E’ un assassino occasionale, un assassino figlio della frustrazione, non della cattiveria. Il suo problema è che nella sua lunga, interminabile giornata folle, incontra per sua sfortuna ogni elemento superfluo della società. Incontra i parassiti, i ladri, gli assassini, i fanatici politici. Uccide per legittima difesa etica e morale. Ma è pur sempre lui a sporcarsi le mani, e quindi non giustificabile.
Eppure quanta verità c’è nel suo modo di vedere il mondo…
L’essere umano descritto da Schumacher non è più essere umano, ma presunto tale. E’ la presunzione a rovinare l’individuo e a non fargli comprendere la fortuna d’essere parte dell’intero genere umano. La città, aggregatrice e progressista [il protagonista costruisce missili per difendere la nazione], è il più grande fallimento della storia dell’uomo, in quanto covo, anzi, ancor meglio brodo primordiale delle arroganze dell’uomo. Nulla è naturale nell’agire dell’uomo di città, tutto è fittizio, tutto è superfluo, tutto è egoismo. I sentimenti sono soltanto di facciata o riservati a sé stessi.
Il protagonista è agli occhi dello spettatore pazzo scatenato e al contempo individuo risvegliato, illuminato dalla ri-presa di coscienza d’essere parte di un qualcosa dal quale si è stati esclusi dalla nascita.
Ogni azione è nel film dimostrazione della più goffa e becera inettitudine dell’uomo. Non c’è ragionamento, non c’è sentimento. C’è soltanto assenza.
E Joel Schumacher è straordinario a rappresentare la mirabolante destrutturazione progressiva dei deleteri comportamenti acquisiti dall’uomo sulla base della fittizia consuetudine societaria tesa all’apparenza, alla supremazia e al possesso.
La forma registica è a dir la verità un po’ approssimativa. Il regista non sa osare dove potrebbe, squilibrando l’importanza del soggetto con la facilità della forma.
Ma non ha importanza. Nel panorama hollywoodiano è già molto trovare un film così diretto e intelligente.
Un Giorno Di Ordinaria Follia è una sorta di vicenda western non voluta come tale dai protagonisti, bensì desiderata reconditamente da anni, dove non c’è la classica caccia e fuga fra sceriffo e criminale, ma soltanto il concatenarsi di due storie di profonda insofferenza.
Insomma, un film cult con retrogusto di monito per l’agire quotidiano.
Danilo Cardone
Concordo. E aggiungo anche che dovrei rivederlo, è passato decisamente troppo tempo dall’ultima volta.
strepitoso