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Fuga Di Mezzanotte – Alan Parker [1978]

12 luglio 2011

Molto rumore per nulla. O quasi.

Fuga Di Mezzanotte

Film cult distribuito nelle sale a cavallo fra il 1978 e il 1979, Fuga Di Mezzanotte racconta la storia vera di Billy Hayes, un ragazzo americano che nel ’70 aveva tentato di importare negli States 2kg di hashish, venendo però intercettato poco prima dell’imbarco all’aeroporto. Da qui inizia il suo calvario fatto di abusi e soprusi subiti nelle sciagurate prigioni turche.

La faccia da bravo ragazzo un po’ ribelle è affidata all’esordiente Brad Davis che non delude ma grande merito va anche imputato agli altri attori come il temibile sadico interpretato da Paul L. Smith, il volto noto Randy Quaid e soprattutto l’ennesima prova strabiliante d’un polimorfico John Hurt che non vinse l’Oscar come migliore attore non protagonista soltanto perché quell’anno la statuetta finì nelle mani di un altrettanto stralunato Christopher Walken nei panni del reduce impazzito ne Il Cacciatore di Michael Cimino.

Aldilà dell’importanza irrisoria che possono avere riconoscimenti di questo tipo [al film andarono comunque l’oscar per la miglior sceneggiatura di Oliver Stone e per le musiche di Giorgio Moroder] Fuga Di Mezzanotte affonda le profonde radici nel tempo nel quale è stato realizzato. Diventa un’opera tra le più signficative dell’epoca perché rappresentava l’epoca stessa, anzi, i giovani che stavano a loro modo cambiando il mondo. Un po’ come aveva fatto otto anni prima Zabriskie Point a un livello più colto e al contempo reale, così fa anche Fuga Di Mezzanotte istituendo un punto cardine cinematografico sul quale permettere di far forza a ogni giovane ribelle dell’epoca.

Fuga Di Mezzanotte

Ciò che purtroppo penalizza l’opera nella sua interezza è una forma registica palesemente teatralizzata, plasmata in ogni sua parte per la trasposizione cinematografica. Penalizzando i fatti realmente accaduti e raccontati nell’autobiografia dello stesso Hayes, il regista si impegna a distribuire il ritmo in maniera conforme allo standard richiesto dal pubblico del cinema hollywoodiano di quegli anni, così come la fotografia non tende alla mimesi ma è direzionata a ricreare un’atmosfera fittizia e quasi “utopica” nel verso necessario all’opera. Insomma, la prigione sappiamo che è sporca e degradata perché ci viene detto e fatto percepire da alcuni dettagli, ma lo spettatore non prova alcun senso di disgusto guardando quegli ambienti perché quegli stessi ambienti sono stati appositamente realizzati per fornire un’idea e non per essere ricostruzione della realtà.

In questo senso di palpabile finzione la regia passa in secondo piano a fronte di una storia che si pone, come già rimarcato più volte, come esempio ideologico per una generazione che agli elitarismi culturali preferisce la forza dell’esperienza.

Notevole è l’impianto sonoro che propone musiche turche in tema con l’ambientazione e musiche elettroniche dal sapore decisamente metafisico composte dal geniale Moroder. Da notare è anche il battito del cuore che accompagna fuori campo alcune scene di tensione nel film.

Fuga Di Mezzanotte

Fuga Di Mezzanotte è un’opera di sensibilizzazione che alla toccante storia affianca una sceneggiatura intelligente e non banale. E’ però importante evidenziare, a mio avviso, come lo stesso Hayes nel 2004 abbia ammesso d’essersi inventato molti dei passaggi più crudi descritti nel libro e nella sua versione cinematografica. Ecco spiegato quel forte senso di messinscena percepito durante il film…

7,5

Danilo Cardone

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