Riding The Bullet – Mick Garris [2004]
Shooting the bullet
Riding The Bullet è l’ennesimo film tratto da un romanzo di Stephen King.
Fra cortometraggi, lungometraggi e serie tv sono state realizzate ben 44 opere basate sulle storie del maestro del brivido. Da Shining a Carrie, Lo Sguardo Di Satana, da Misery Non Deve Morire a Christine, La Macchina Infernale, da Il Miglio Verde a Le Ali Della Libertà passando per film meno conosciuti come L’Allievo e L’Implacabile.
Molti di questi sono capolavori indiscussi della cinematografia contemporanea, altri invece si accontentano della più modesta definizione di film godibile. A noi ora poco importa se King abbia preferito la modestissima versione televisiva del ’97 di Shining all’incomparabile perfezione inscenata da Kubrick nell’80.
Ciò che, ahinoi, conta, è che Riding The Bullet è sicuramente una delle più brutte trasposizioni cinematografiche tra quelle che stiamo prendendo in considerazione. E’ davvero brutta, potrei già smettere di scrivere qui per non rischiare di smussare il mio parere.
E invece spenderò ancora qualche breve parola per evidenziare come il film sia totalmente esente da un filo logico che possa legare le scene che paiono come mischiate e gettate a casaccio nel montaggio. Si salva soltanto l’ultima parte, a livello narrativo. Ma non per la messa in scena da telefilm anni ’80 di serie d.
D’altronde è stato un mio sbaglio quello di guardare tutto il film. Oddio, potrebbe esserci di peggio, ma le avvisaglie erano poste ben in vista sin dai primi minuti.
Simboli della morte sparsi qua e là senza che inducano lo spettatore a percepirne l’effimera presenza, vorrebbero forse richiamare atmosfere carpenteriane con risultati davvero pessimi. Sono sicuro che John Carpenter, come si suol dire, si rivolterebbe nella tomba, se solo fosse morto…
A ogni modo, Mick Garris non sa davvero dove aggrapparsi non dico per innovare il genere horror, ma anche solo per raggiungerlo, per rientrare nello standard, e così si affida a continui e ripetuti effetti speciali di tremendo livello più che per la fattura per l’idea. Non hanno mai un vero senso all’interno della pellicola ma sono costantemente presenti per cercare di stupire uno spettatore che, stando alle speranze del regista, dovrebbe entusiasmarsi nel vedere il protagonista che camminando passa attraverso il fantasma di sé stesso. E’ noioso, già visto milioni di altre volte e qui è tutto davvero gratuito.
D’altronde la storia è raccontata malissimo e la fotografia è pessima… qualcosa doveva pure inventarsi per cercare di mascherare la propria inettitudine.
Garris cerca di affidarsi molto anche all’ironia che se per certi versi alleggerisce una visione altrimenti tremenda, d’altra parte dimostra come forse il suo talento sarebbe maggiormente apprezzato nel reparto della comicità che in quello dell’horror, anche se palesemente di basso profilo.
Riding The Bullet è quindi la scelta sbagliata per qualsiasi tipo di serata stiate organizzando. Passate ad altro.
Danilo Cardone